Capita sempre più spesso che tra persone anziane e badanti intente ad accudirle si instauri un rapporto di fiducia e affetto per cui l’assistito desidera intestare alla badante la propria abitazione in segno di riconoscenza. È legittimo? Secondo la legge, sì.
Il contratto di vitalizio assistenziale, detto anche rendita vitalizia, dà appunto la possibilità di cedere la nuda proprietà dell’immobile ad un estraneo, con riserva del diritto di usufrutto per il proprietario, in cambio di assistenza morale e materiale sino alla morte.
Affinché il contratto sia valido devono, però, ricorrere due condizioni:
- che l’anziano sia capace di intendere e di volere al momento del rogito;
- che l’anziano non si trovi in condizioni di salute troppo precarie o sia quasi vicino al decesso.
I parenti dell’anziano hanno il diritto impugnare il contratto di vitalizio, dimostrando il mancato soddisfacimento delle due condizioni sopracitate.
Il processo incardinato avanti il Tribunale di Benevento, a cui segue sentenza del 2 febbraio 2022, ha rigettato la richiesta degli eredi di una anziana donna che hanno impugnato il contratto stipulato da quest’ultima con la badante con il quale veniva ceduta la nuda proprietà alla persona che si occupava della sua cura, conservando l’usufrutto dell’immobile di proprietà e stabilendo l’obbligo da parte della badante di continuare ad assisterla fino alla morte.
Stando alla sentenza, “il contratto di vitalizio si caratterizza per essere atto di trasferimento a titolo oneroso, qualificabile come un contratto di mantenimento, pienamente legittimo se risponde ad interessi meritevoli di tutela. Esso si caratterizza per l’alea rappresentata dalla durata della vita del vitaliziato e dalla conseguente non prevedibilità delle obbligazioni assunte dall’obbligato alla cura”.
Secondo il Giudice, il contratto era stato stipulato dall’anziana donna bisognosa di cure, nel totale disinteresse dei parenti che hanno agito in giudizio, al fine di formalizzare un rapporto che andava avanti da tempo e che si caratterizzava da una parte il suo bisogno di cura della persona e di ogni altra esigenza quotidiana di vita materiale e anche di natura morale, dall’altra la disponibilità della badante a prendersi cura di ogni bisogno della anziana signora, dedizione di durata già quindicennale e promessa anche per il futuro fino a vita natural durante, ivi compresa quella di farle personalmente compagnia.
Per richiedere una consulenza, compila il form per richiedere un parere agli Avvocati dello Studio Legale Colombetti.